LETTERA DEL GOVERNATORE PAOLO PASINI – GIUGNO 2016

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LETTERA DEL GOVERNATORE GIUGNO 2016

in questa ultima lettera che vi invio non tratterò di bilanci dell’annata che sta volgendo al termine, o perlomeno di rendiconti, di questo parleremo al Congresso e lasceremo ad altri eventi istituzionali il compito di comunicarli in maniera formale.

Desidero piuttosto condividere con voi alcune riflessioni, soprattutto cercare di rispondere ad alcune domande: al giorno d’oggi, con la vita che ci chiede sempre di più, con il lavoro e la professione sempre più esigenti, con le priorità dell’esistenza sempre più incalzanti, ha ancora un senso essere rotariani?

Il nostro tempo, le nostre risorse, i nostri affetti non richiedono l’urgenza e l’impegno verso ambiti più decisivi per noi e per la nostra famiglia?

Insomma vale la pena essere nel Rotary?

Mi rivolgo, non solo ai soci e alle socie con maggiore percorso di appartenenza, ma anche alle nuove amiche e ai nuovi amici “entrati” nei Club pochi mesi o pochi giorni fa.

Durante la permanenza qui a Seoul per la bellissima Convention che si sta profilando, ho avuto modo di confrontare con gli amici rotariani con cui condivido quest’esperienza i temi che vi ho sinteticamente elencato, mi dicevano come la situazione attuale sia caratterizzata da un’imponente mancanza di fiducia reciproca, di carenza di credibilità delle istituzioni, di smagliamento del contesto sociale, di frantumazione dei rapporti.

Mi raccontavano di quanto sia difficile fare corretta imprenditoria in queste condizioni, di come sia arduo per i giovani trovare esempi e modelli convincenti, di come sia ormai diffuso, anche per le persone eticamente e professionalmente più avvedute,  portare avanti le proprie iniziative e il proprio contributo di idee in modo individualistico.

E’ possibile parlare di crescita sociale, civile ed economica in queste condizioni?

E ancora, quale dev’essere  il ruolo del Rotary in queste circostanze, deve porsi esclusivamente obiettivi di natura quantitativa oppure coniugare l’azione, il servizio con le ragioni che lo determinano?

E’ su questo piano che sto cercando di analizzare l’annata che sta volgendo alla conclusione e se la osservo vedo tanti aspetti positivi: come il fatto che abbiamo impiegato tutte le risorse consentite dai District Grant per circa 30 progetti di Club, abbiamo avviato o portato a compimento diversi importanti Global Grant tra cui Nigeria, Zambia e Nepal. Abbiamo sviluppato progetti distrettuali che concretamente forniscono risposte a famiglie di bambini malati. I Club hanno direttamente implementato progetti che forniscono risposte e incentivi al merito, allo studio, al sostegno alla socialità, al lavoro, alla prevenzione delle malattie e così via…

Il volume complessivo di services attivati con la RF ammonta, per il nostro Distretto, a quasi un milione di dollari…non si può dire quindi che il dato quantitativo sia insoddisfacente.

Nell’ambito della comunicazione non possiamo non rilevare come il Rotary Day sia stato incontestabilmente un successo: tutti i progetti di Club sono stati occasione di incontro e di conoscenza del nostro Rotary, sono stati attrattivi e stimolanti, la stampa e i media ne hanno parlato…

Per quanto riguarda poi l’effettivo, il nostro Distretto è in crescita e si profila un nuovo Club che porterà a 52 i Club del Distretto…

Abbiamo tutti insieme raggiunto importanti risultati, di cui andare onestamente orgogliosi, ma, vi devo confessare, mi manca qualcosa che vorrei verificare con voi e, mi piacerebbe che questo costituisse il vero bilancio dell’annata: siamo stati “un dono per il mondo?”.

Proviamo a rispondere a questa domanda e facendolo cerchiamo di ricordare altri temi che ho desiderato proporvi, “il nostro Patrimonio” e “la mano che obbedisce all’intelletto”: il primo tema si riferisce a chi siamo, al nostro patrimonio umano, di creatività, di idee, di fiducia, di realizzazioni innovative ed armoniose che ci parlano di rispetto, di concordia e di reciproco interesse. Insomma un patrimonio di valori condivisi che permette di realizzare obiettivi operando insieme, senza esasperati antagonismi che nuocciono alla coesione sociale. Il secondo motto rappresenta la capacità operativa volta a conseguire concreti risultati, iniziative  non fine a se stesse ma con una ragione profonda che vede nella realizzazione di un proprio progetto un bene per tutti.

Il bene più grande è un Club innestato nel territorio, che ne comprende i bisogni, non solo di natura materiale, ma anche di coesione sociale, un Club di cui i cittadini comprendono la rilevanza, composto da soci che hanno la piena consapevolezza del loro ruolo nel contesto comunitario, non solo per la loro obiettiva e riconosciuta autorevolezza professionale, ma per la loro propensione a mettere a disposizione della comunità questo loro patrimonio, non individualmente, ma insieme, come espressione di un Club virante e attivo.

Allora dovremmo ammettere che dobbiamo fare di più in questa direzione, dobbiamo mettere più qualità nella quantità: qualità nella partecipazione e nelle iniziative, consapevolezza nel considerare il proprio ruolo sociale, come Club e come Soci.

Con tutto il rispetto dovuto, il Rotary non è un’associazione come un’ altra, nel 1925 già si  parlava di una “filosofia di vita” e Paul Harris di “movimento rotariano” dove il riunirsi significava incrementare la percezione della propria utilità sociale, del ruolo propositivo che hanno i soci e i Club.

Allora le risposte alle domande che ponevo all’inizio avranno un riscontro positivo se non ci accontenteremo di assolvere al dovere di frequenza per puro formalismo, se non penseremo che l’amicizia sia solo un’epidermica condizione che si dissolve al primo contrasto acuendo controversie che, spesso, affaticano e rendono poco appetibile la vita dei Club, ma se rinnoveremo le ragioni che ci hanno condotto a rappresentare per la Comunità un punto di riferimento, non solo e non tanto per i grandi obiettivi che abbiamo raggiunto o stiamo raggiungendo, ma per le grandi motivazioni che ci hanno spinto, allora saremo capaci di assolvere nuovamente al compito di costituire  un ruolo guida nell’ambito dei grandi cambiamenti sociali cui stiamo assistendo.

In tal caso vale altamente la pena di appartenere al Rotary!

E’ questo il nostro Patrimonio più grande che ci ha consegnato chi ci ha preceduto.

Di questo grande Patrimonio, che si coniuga con la spinta verso il futuro, parleremo al Congresso Distrettuale di Rimini che si terrà dal 17 al 19 giugno, il cui programma allego a questa lettera, vorrei davvero potessimo essere tutti presenti perché il Congresso  vorrà essere un momento grande di consapevolezza e di presenza pubblica, in cui anche chi non è rotariano possa assistere tangibilmente alla presenza del Rotary nel nostro territorio.

Qualche tempo fa mi venne da ricordare un passo di T.S. Eliot quando ne “La Rocca” dice “…del passato voi mangiate i frutti, guasti o maturi che siano…” Ebbene, un amico mi ha fatto notare che dobbiamo guardare sempre avanti, ha ragione, ma dobbiamo farlo gustando  frutti maturi per continuare ad essere un “dono per il mondo!”.

Un abbraccio a tutti voi.

Yours in Rotary!

Paolo