Il Club ha conntribuito alla pubblicazione del Libro con l’Italia nel Cuore 1940 – 1945 Storie di Guerra e di Prigione scritto da Di Gaetano Rossi. Dai fronti dell’Africa Settentrionale, della Russia, dell’Egeo, dai mari e dai cieli dell’Italia in guerra passando quasi sempre attraverso i reticolati dei campi di concentramento nei quali entrambe le parti contendenti restrinsero con maggiore o minore protervia e durezza i rispettivi prigionieri, ho raccontato con trasporto e passione i fatti così come mi sono stati trasmessi dai miei interlocutori (tutti, tranne una sola eccezione, caratterizzati dall’aver vestito una divisa dell’Esercito Italiano, fosse del Regio Esercito, della Repubblica Sociale o del Regno del Sud) raccogliendo così quasi una trentina di storie di vita vissuta il cui comune denominatore -come mi sono reso conto parlando con tutti coloro che ormai definisco affettuosamente.. “i miei reduci”- è stato sempre e solo l’amore per l’Italia. Ho cercato di farmi interprete dei sentimenti di allora senza alcun intendimento di parte ma solo per dimostrare l’ingrata ingiustizia dell’ipocrisia del poi e dell’oblio nel quale, per conformismo appiattito sulle sole voci dei vincitori e di chi vi si era aggregato all’ultimo momento, si sono voluti invece dimenticare i sacrifici di chi rischiò la propria vita nella sincera speranza di dar vita ad un’Italia migliore, quale che fosse la visione ideologica che animava all’epoca i protagonisti dei fatti narrati. L’altro comune denominatore dei racconti nei quali mi sono tuffato, ritrovandovi spesso un entusiasmo altrimenti perduto, è stato l’aver voluto parlare in prima persona con chi quelle vicende aveva vissuto potendo così raccontare non solo aride sequenze di fatti, come se si trattasse di una cronaca, ma anche tentare di trasmettere ai lettori i sentimenti e le sensazioni che animarono questi nostri soldati; sensazioni e sentimenti che i miei interlocutori hanno saputo così bene trasmettermi spesso coinvolgendomi emotivamente -è un difetto che spero possa essermi perdonato!-come sarà certo emerso dal contenuto delle conversazioni nelle quali ho gradualmente lasciato alle loro parole sempre più spazio per non interrompere con domande, come avevo fatto nei primi racconti, un tessuto discorsivo che, letto senza soluzioni di continuità, mi è parso essere più efficace