Giovedì 22 gennaio 2015 – Dott. Stefano Santucci – Il passaggio generazionale

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Interessante ed importante serata presso l’Holiday Inn di Rimini.
Il socio del Rotary Rimini dott. Stefano Santucci, amministratore unico del Poliambulatorio Valturio, ha presentato una bellissima relazione circa le opportunità ed i rischi relativi al passaggio generazionale nelle piccole e medie aziende familiari.
Partendo dallo spunto della sua personale esperienza il dott.Santucci è riuscito con capacità e maestria a tracciare un profilo della situazione delle piccole medie aziende familiari e sulle loro effettive possibilità di crescita e sviluppo in questi anni di grave crisi.

La serata ha avuto per oggetto il tema del passaggio generazionale colto non solo negli aspetti economici, ma anche in quelli psicologici, legati alla scelta dei nuovi soggetti incaricati di assumersi le responsabilità di gestione.
Il Passaggio generazionale può essere definito come l’insieme dei processi che determinano il trasferimento delle responsabilità di gestione di una collettività sociale (associazioni, aziende non profit, famiglie e via dicendo) o prevalentemente economica, quali, ad esempio, le imprese, fra i soggetti che senza soluzione di continuità sono incaricati di avere tali responsabilità.

Il tema del passaggio generazionale in azienda è particolarmente sentito, perché, da dati consolidati UE, solo una azienda su tre supera il primo passaggio generazionale.
In Italia poi oltre il 90% delle imprese sono piccole (<20 dipendenti) e «familiari», vale a dire esprimono un soggetto operativo in cui i collaboratori chiave dell’imprenditore sono spesso anche componenti della sua famiglia.
Sono altresì note le criticità che caratterizzano la gestione delle imprese familiari, vale a dire la scarsa capitalizzazione, la non chiara suddivisione fra beni “aziendali” e “familiari”, la convinzione che le posizioni apicali debbano essere necessariamente “ereditate” con ciò che deriva in termini di scarsa presenza e valorizzazione di management esterno.

Le implicazioni derivanti dall’aspetto antropologico del passaggio generazionale sono spesso tali da creare delle vere e proprie «trappole psicologiche», fra cui, ad esempio, possiamo indicare:
– la scelta dell’erede non in funzione del merito effettivo, ma della primogenitura, del sesso e simili.
– la competizione tra vecchie e nuove generazioni
– il depauperamento delle risorse aziendali per soddisfare gli eredi “esclusi” dall’azienda
– il rapporto “generativo” fra imprenditore-fondatore e azienda, con sviluppo di sentimenti, comportamenti e aspettative tipici di un padre verso i propri figli;
– l’impazienza degli eredi e connesso rischio di non corrispondenza fra l’acquisizione del potere e le effettive capacità gestionali, soprattutto nelle attuali condizioni di incertezza del contesto economico;
– la non abitudine al compromesso dell’imprenditore
– La diversità nei relativi sistemi di valori
Nel corso della serata sono stati approfonditi gli strumenti di attuazione del passaggio generazionale per tipologia di azienda e di situazione (presenza di una pluralità di eredi, designazione dell’erede capo-azienda, sistemazione degli eredi esclusi dalle responsabilità di gestione, soluzioni in caso di passaggio generazionale di aziende senza eredi familiari).
L’azienda nasce intorno alla cosiddetta business idea, vale a dire a quella idea imprenditoriale che ne rappresenta il fine istituzionale, il motore dell’attività di trasformazione fisico-tecnica o economica attuata in condizioni di autonomia.
Chiunque raccolga il testimone dell’azienda deve essere in grado di continuare, rinnovare, ricreare o rifondare, adeguandole al contesto economico-sociale di riferimento per l’impresa, quelle condizioni di gestione che hanno caratterizzato l’impresa nelle fasi più importanti della sua esistenza
Nel fare ciò, l’imprenditore deve riuscire ad avere un atteggiamento distaccato e disincantato nei confronti della propria «creatura», valutando almeno i seguenti aspetti:
– Effettiva attitudine dell’idea imprenditoriale a essere oggetto di prosecuzione;
– Effettiva capacità degli eredi familiari a sviluppare le aspettative del fondatore/prosecutore in modo ottimale rispetto alla potenziale evoluzione dell’azienda;
– Capacità di fare scelte dolorose (rispetto ai familiari non all’altezza) ma necessarie alla prosecuzione dell’azienda e del patrimonio non solo materiale che con la stessa si è creato.
A fine intervento è seguito un interessante dibattito fra il relatore ed i soci del club.

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Leggi il curriculum di Stefano Santucci : Santucci_Curriculm Vitae per Serata Rotary 22.1.2015