Emozionante e piacevole serata quella di giovedì 28 maggio che ha visto protagonisti il socio Rotary Rimini ing. Enrico Fabbri ed il giornalista dott. Valerio Lessi.
Occasione dell’incontro la presentazione del libro di Lessi dedicato alla vita dell’Ing. Fabbri : “A tutta randa”.
Nel corso della riunione è intervenuto anche l’avv. Maurizio Ghinelli che ha scritto la postfazione del libro, sono stati mostrati brevi filmati e sono stati letti brani significativi.
La serata è stata anche una bellissima opportunità per salutare e riabbracciare il socio Fabbri che è legato da forte amicizia con tanti soci del Club. Oltre a questo da rimarcare il grande impegno di Enrico a sostegno del Rotary e della rivista Ariminum.
Enrico Fabbri (1947), figlio di albergatori, si è laureato in ingegneria civile trasporti a soli 24 anni. E’ stato direttore dell’ Atam di Rimini dal 1974 al 1979 divenendo protagonista dell’innovazione filoviaria in Italia. Dal 1980 al 1990 è stato titolare della Steelmobil (azienda sedie metallo con esportazione in Europa ed in America). Dal 1984 è Presidente e Amministratore Delegato Vulcangas. Socio del Rotary Club Rimini.
Valerio Lessi (1957) è giornalista professionista e consulente di web marketing.
E’ stato redattore del Resto del Carlino, del Messaggero e della Voce di Rimini. Ha scritto una quindicina di volumi biografici, fra i quali anche personaggi riminesi come Gabriella Ugolini, don Oreste Benzi e monsignor Pietro Sambi.
(Foto realizzate da Giorgio Salvatori – Officina Photografica – Studio di fotografia e comunicazione -www.giorgiosalvatori.com)
Articolo pubblicato su Ariminum (Ott. 2014) a firma del direttore Manlio Masini
Quello che conta è il presente di Manlio Masini La laurea in ingegneria, le prime soddisfazioni nel settore alberghiero e industriale, la presidenza dell’Atam – azienda riminese di trasporto pubblico – e, dulcis in fundo, la direzione della Vulcangas, una delle maggiori società italiane adibite alla commercializzazione del Gpl: un centinaio di dipendenti, un nugolo di collaboratori, filiali in tutta Italia. Un percorso lineare, senza intoppi, incorniciato da un bel matrimonio, due figli esemplari, una posizione sociale di prestigio, tanti affezionati amici e, come ciliegina sulla torta, la passione per il mare. Insomma, una vita vissuta alla grande e in prima linea. Poi, improvvisamente, il cataclisma. La notte del 2 agosto 1999 un maledetto ictus sprofonda Enrico Fabbri, imprenditore di successo impegnato su mille fronti, nel buio di un burrone e da quel momento la giornata cambia registro: le ore diventano un incubo e i ricoveri nelle cliniche una via crucis alleviata solo dai sussurri amorevoli e stimolanti della moglie Alba. Alla disperazione iniziale, l’ischemia solitamente non perdona, Enrico fa appello a tutta l’energia che si ritrova ancora in corpo. Di lui un amico dirà: «l’ingegnere è un uomo tenace, che anche nei momenti di difficoltà trova la volontà di andare avanti». Questo è uno di quei momenti e l’ingegnere, che ha appena 52 anni, lo percepisce: fa leva sul suo indomito carattere, si affida alle cure dei terapisti e, sfoderando una sorprendente forza d’animo, si tuffa nel labirinto della riabilitazione. La sofferenza è immane; le prime settimane sono come percorrere un’autostrada contromano. Ma poi, pian piano, il percorso diviene meno impervio e i risultati non tardano ad arrivare, tanto che a dicembre Fabbri va in azienda a salutare i dipendenti e nella primavera successiva riprende addirittura il contatto con il lavoro, senza mai tralasciare le snervanti, ma benefiche pratiche riabilitative. Da allora le cose sono migliorate. Oggi chi incontra il presidente della Vulcangas si accorge subito che la parte destra del corpo è paralizzata, ma vede anche un uomo autonomo, che guida l’auto e che comunica con la stessa grinta di un tempo. «Quello che conta – dice spesso – è il presente». E il presente, per lui, è la felicità di essersi riappropriato della vita. Con i suoi colori, le sue emozioni e le sue aspettative. A quindici anni da quella tragica notte, Enrico ha voluto depositare in un libro la sua incredibile esperienza umana e imprenditoriale. Ad aiutarlo in questa impresa si è prestato Valerio Lessi, un esperto giornalista-scrittore, molto abile nel confezionare le biografie dei personaggi, tra i quali spiccano Giuseppe Gemmani, Umberto Mazzotti, don Oreste Benzi e mons Pietro Sambi. Con la bravura che gli compete, Lessi ha edificato questo nuovo ritratto affidandosi alla memoria lucida e accurata del protagonista e alle testimonianze di famigliari, amici e collaboratori. Ne è uscito “A tutta randa. L’avventura umana di Enrico Fabbri”, un libro coinvolgente, edito da Pazzini, in cui la vicenda dell’ingegnere s’intreccia con mezzo secolo di storia cittadina. Il profilo di Enrico, dipinto con una narrazione sciolta e garbata – a volte persino tenera – emerge nelle sue sfumature caratteriali di imprenditore e di uomo; pagina dopo pagina, entrando nel lavoro, nella famiglia e nelle frequentazioni, affiora una persona alla mano, aperta al dialogo, in grado di parlare di impresa e di marketing con grande perspicacia, ma anche di cultura, di politica, di sport, di sentimenti; «capace – come rileva Maurizio Ghinelli nella postfazione – di dare e di trasmettere il gusto dell’amicizia e la volontà dell’ottimismo». Già, l’ottimismo. L’odissea di Enrico Fabbri, tratteggiata da Valerio Lessi, è un’esortazione a non arrendersi di fronte alle malattie ischemiche, a reagire, a mettercela tutta, a «lottare fino in fondo». Per tornare ad assaporare il dono della vita e il respiro del mare.