Giovedì 17 Novembre 2016 – Conviviale al Grand Hotel con Patrizia Tosi, primario del reparto di ematologia dell’ospedale di Rimini

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Di estremo interesse la relazione della Dottoressa Patrizia Tosi, primario del reparto di ematologia dell’ospedale “Infermi” di Rimini, che, accompagnata dalla dottoressa Manuela Imola, operante nello stesso reparto, presente anche il dott. Eduardo Pinto, presidente dell’A.I.L. di Rimini, ha trattato il tema delle malattie del sangue con particolare riferimento a quelle tumorali che, distinguibili in mielomi, linfomi e leucemie, ne rappresentano circa il 60% del totale. Una relazione coinvolgente e capace di suscitare persino forte commozione nei presenti quando ha affrontato il tema delle leucemie dei bambini. Una relazione che ha trasmesso anche un grande senso speranza di quando ha descritto l’enorme evoluzione delle terapie degli ultimi decenni, cure che, da palliative del dolore per mali considerati solo negli anni ’60 – ‘80 incurabili, oggi consentono percentuali di guarigione superiori al 70% dei casi. Terapie che hanno avuto una svolta determinante quando si è compreso che bisognava lavorare associando più farmaci, fino all’idea del trapianto di midollo autologo ad allogeno.
img_4067Patrizia Tosi, oltre 100 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali, dirige un reparto di eccellenza nel nostro ospedale che ha come precursori il Dott. Corvetta, il Dott. Fattori e il Dott. Ravaioli. Un reparto pervaso di femminilità in quanto caratterizzato da importante componente femminile, visto che vi operano sei medici di cui cinque sono donne e dove ogni anno si eseguono circa trenta trapianti di midollo autologhi, con la possibilità di cure in regime di Day Hospital ove oncologi ed ematologi convivono in proficua sinergia.
Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (CSE) consiste nella somministrazione di chemioterapia +/- radioterapia ad intensità sovra-massimale (denominata di “condizionamento”) seguita da una reinfusione delle CSE del paziente stesso, che è quindi al contempo donatore e ricevente, raccolte e congelate prima della terapia. Il razionale su cui si basa il trapianto autologo di CSE è legato alla spiccata chemio sensibilità di molte neoplasie ematologiche, che hanno la capacità di rispondere e quindi andare incontro ad eradicazione, dopo somministrazione di dosaggi elevati di chemioterapia. Tuttavia, la somministrazione di tali dosaggi, pur avendo la capacità di eradicare la malattia, è gravata da una serie di tossicità, la più importante delle quali è quella midollare. In altre parole, il condizionamento può assicurare un buon controllo della malattia ma con una grave tossicità sul midollo osseo ematopoietico, e distruzione dei precursori delle cellule del sangue. La reinfusione di CSE, precedentemente raccolte e conservate, è in grado di determinare una rigenerazione del midollo osseo e quindi di superare questo grave effetto collaterale di condizionamento. Si possono così somministrare dosaggi elevati di chemioterapia con la massima efficacia sul controllo della malattia evitando però la possibilità di distruzione completa ed irreversibile del midollo osseo ematopoietico. La procedura del trapianto autologo di CSE, prevede dunque in sintesi di suddividere il percorso del paziente da avviare a trapianto in 5 tappe successive: raccolta delle CSE dal paziente, criopreservazione delle CSE, condizionamento delle CSE, reinfusione delle CSE nel paziente ed attechimento.
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Numerosi gli interventi e le domande poste alla relatrice dai soci del nostro Club al termine della relazione. Interventi molto tecnici e competenti, quale quello dell’Ammiraglio e medico Giovanni Maria Fascia, e carchi di componente emotiva, quale quello di Alessandro Lari.
Al termine un lungo applauso di ringraziamento indirizzato alla Dottoressa Tosi ad a tutti i suoi collaboratori in segno di gratitudine per gli sforzi e la passione dedicata alla propria professione che hanno consentito di consolidare e sviluppare nella nostra città un importante presidio contro queste terribili malattie.

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