Giovedì 02 Febbraio 2017 – I nuovi soci si presentano: Luca Gasparini

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Luca Gasparini, nuovo socio, è il relatore della serata conviviale del nostro club al Grand Hotel di Rimini.
Luca, imprenditore nel turismo riminese, già Direttore Generale di Itinera S.r.l. Consortile, oggi Direttore di Federalberghi Bellaria Igea Marina, si presenta con una brillante relazione su un tema di grandissimo interesse per tutti i riminesi, ben riassunto dal titolo “I nodi da sciogliere nel turismo riminese”. Una relazione sviluppata dal punto di vista degli imprenditori del turismo, con una sottile vena polemica nei confronti delle scelte e degli indirizzi assunti in tema di promozione turistica da parte della pubblica amministrazione, che ha scatenato un animato dibattito finale con i numerosi interventi della platea rotariana. Ecco, a seguire, la sintesi delle tematiche trattate, riportata come espressa in prima persona dal relatore.
Il 2016 è stato un anno martoriato da tragici eventi internazionali e l’instabilità dei paesi del sud-est del Mediterraneo del Nord Africa, dalla Turchia alla Tunisia, passando per l’Egitto, ha fatto sì che milioni di turisti, soprattutto nord europei, cambiassero la meta dei propri viaggi estivi preferendo paesi più sicuri. Purtroppo il “sistema Italia” non ha saputo intercettare con la sua offerta questa domanda.
Le cose sono andate diversamente per la Spagna + 10% , Portogallo e Croazia + 5%, la Grecia + 2%, noi come gli inglesi – 1,5/2%. L’immenso patrimonio culturale, le coste, l’enogastronomia, il Bel Paese in estrema sintesi…….. non sono bastati.
Rimini in questo scenario ha semplicemente resistito, ma è proprio questo che ci deve far riflettere: nonostante tutto non siamo riusciti a generare quella crescita che, altrimenti, oggi avremmo dovuto più cautamente valutare, per meglio tarare, le nostre strategie future.
I dati su cui ci parametriamo sono quelli degli ultimi anni, non belli, che, in una più attenta analisi, sono portatori di “rialzi tecnici”delle presenze, dovuti più all’evoluzione delle modalità di registrazione, comunicazione e elaborazione delle stesse alla Polizia di stato e all’ufficio statistica della ex provincia di Rimini.
Partendo quindi da valutazioni sbagliate, ma comode per qualcuno, è facile a pianificare strategie errate e chi si muove nelle politiche di promozione turistica dovrebbe forse aver fatto, a mio avviso, un po’più di palestra in albergo, non solo come cliente, per comprendere l’amore e la passione degli Imprenditori locali che, come si dice in Romagna, ancora… Tengono Botta.
È quindi inutile e dannosa la farsa di molti addetti/esperti di cose del turismo che continuano a sottovalutare la costante erosione del fatturato delle aziende turistico ricettive determinata da una tangibile stagnazione delle presenze. Uno stallo pericoloso al quale vengono contrapposte dannose politiche commerciali tendenti al ribasso dei listini, come diretta conseguenza di politiche di destinazione, orientate maggiormente all’ eventuale quantità che alla qualità.
Passando al tema della pressione fiscale diventa oggi semplice e immediato riconoscere le figure dello Stato e del Comune Soci di ogni imprenditore, che propongono continuamente nuovi adempimenti burocratici (anche adottandoli dall’Europa) e non riescono, o non vogliono, divenire pragmatici. La stagionalità complica ulteriormente il quadro appena delineato, in quanto determina flussi di cassa limitati prevalentemente al breve periodo di apertura, pregiudicando i margini e l’efficienza della gestione, mantenendo pressoché invariata l’incidenza dei costi fissi aziendali che pesano sull’intero anno solare.
Le politiche di promozione dovrebbero aver chiaro che: il Prodotto è prerogativa del privato, la destinazione è un valore diffuso quindi, correttamente, di attenzione pubblica.
La città si sta rinnovando e qui, in questa sala, indipendentemente da chi taglierà il nastro delle inaugurazioni e da chi rilascerà interviste, c’è chi ha giocato un ruolo di estrema importanza e che con il proprio impegno, ha reso possibile “cantierare” questo rinnovamento.
È il momento delle grandi opere tra cui il nuovo lungomare: Il Parco del Mare.
Sicuramente è una realtà il rendering esposto da molto tempo in piazza Cavour.
Con le sue dune, i suoi 20 km di percorsi per attività fisica, palestre open air e coperte, 15 km di passeggiata fronte-mare e di piste ciclabili, centri benessere con acqua salina, ristoranti BIO e tradizionali, bar…. mi sembra che sia un progetto improntato ad uno stile: littorial-sostenibile. Dagli annunci di quello che sarà speriamo solo che non si trasformi in un nuovo contenitore di chioschetti e chiringuito, tanto di moda adesso.
Non riesco a condividere la politica degli eventi di grido su cui punta l’amministrazione comunale, come, ad esempio, la Molo Street Parade. Troppo alcool, troppe ragazze e ragazzi ubriachi, troppo impegnativa per tutta la città, per le forze dell’ordine, protezione civile, corpo medico e paramedico, servizi ecologici… addirittura dannosa per alcuni aspetti.
Si tratta solo di turismo mordi fuggi che mette a dura prova il decoro di una località turistica come Rimini che non meriterebbe più di essere associata al devastante e deleterio segmento dello sballo. La notte Rosa, da una bella iniziativa si è man mano persa per strada……..Rimpiango Gradisca, la grande tavolata lungo tutta la spiaggia della Romagna….
Ma bisogna avere i turisti per farla, non bastano i dati estivi.
Dopo l’evento di Capodanno al Teatro Galli, molto coreografico, ma tanto per cambiare senza contenuti, spero che per la sua inaugurazione non venga ingaggiato un rapper di tendenza!
I millennial, verso i quali questa politica sembra quasi esclusivamente orientata, rischiano di essere le vittime di quello che anche gli imperatori romani facevano per mantenere vivo il consenso del popolo: donavano pane e circo. Anche questo purtroppo rientra nel perfetto stile della nostra politica locale, così convinta che il credito di fiducia sia alimentato dal cosiddetto appeal di Rimini. Potremmo essere anche d’accordo, ma con queste politiche turistiche su che tipo di turisti si punta?
Nel 2015 ci siamo ritrovati i principali dock point della città accostati a provocatorie immagini di un famoso artista contemporaneo: Cattelan. Non credo fosse necessario e non ritengo necessario che la parola chiave di una località turistica matura come Rimini sia provocazione. Ma questa è una mia personale opinione.
La storia si sta ripetendo: puntare sul divertimentificio è un errore che è già stato commesso.
Rimini ha bisogno di recuperare il suo antico decoro romagnolo molto alla mano, si, ma vero.
Deve riattivare la sua attenzione su quello che sono i turisti che ne creano da sempre la sua fortuna con le loro belle famiglie, le ragazze e i ragazzi di tutti. Ma questi sembrano non interessare.
Quasi rimpiango il vecchio, costoso e denigrato Capodanno RAI che portava Rimini in tutte le case italiane e non. Un grande spot televisivo per tutta la riviera con utili ricadute commerciali.
La sicurezza di una località turistica dovrebbe far parte a pieno titolo della promozione: gli eventi geo-politici ne sono la conferma. È necessario investire in quest’area, far percepire che siamo la località più sicura di Italia. Non sarebbe male se una porzione della tassa di soggiorno venisse utilizzata anche per dar forza alla polizia urbana: debolissima nelle notti estive, quasi senza mezzi e uomini a disposizione per coprire un territorio che si estende da Torre Pedrera a Miramare.
Il rispetto dell’ordine pubblico unitamente alla pulizia della città, alla gestione dell’inquinamento acustico (tutti i locali della riviera fanno musica e in pochi rispettano le regole e orari) con risorse limitate sono difficili da ottenere. Risvegliare il senso del decoro.
Arrivare a Rimini In aereo sappiamo tutti che non è attualmente possibile, a meno che non si provenga da Tirana o periodicamente da Mosca, probabilmente prossimamente sarà possibile arrivare da Israele….
Se non compariamo sui tabelloni degli aeroporti non siamo destinazione turistica internazionale!
Ora c’è una nuova società che gestisce lo scalo riminese, praticamente una ditta individuale, nel 2016 ha totalizzato circa 237.000 passeggeri…. contro i quasi 7,8 milioni di Bologna … hanno una strategia …. vedremo se sarà premiata.
I treni non sono sempre agevoli. I tempi di percorrenza della tratta Rimini – Bologna sembrano difficili da migliorare e la stazione certamente non è all’altezza dell’appeal di Rimini.
La tragedia ferroviaria di Viareggio dovrebbe farci riflettere su come non si sia ancora risolto il problema del trasporto delle merci pericolose che continuano ad attraversare “canali di case e alberghi” delle nostre località turistiche.
Quando si arriva in auto a Rimini sarebbe utile far percepire al turista che è arrivato in un grande distretto turistico, già all’uscita del casello dell’autostrada di Rimini Sud…. al casello successivo, in direzione sud ci sono riusciti!
Viabilità e parcheggi sono sempre all’ordine del giorno.
Il Metrò di costa mi sarebbe invece piaciuto, come metrò dell’entroterra. Non sono mai stato un sostenitore di questa opera soprattutto dopo aver assistito per anni ai ragionamenti della politica riminese orientati a riunire le due città separate dalla linea ferroviaria.
Le risorse umane nel turismo: se le aziende turistiche tengono botta, senza aumentare i fatturati e redditività, conseguentemente non possono stare meglio. I tre/quattro mesi non bastano più ai lavoratori qualificati cioè a quei collaboratori formati e preparati che fanno la differenza.
Il costo del lavoro è alto e penalizza sia il datore di lavoro sia il lavoratore che si ritrova un netto in busta paga sempre più basso, a causa dalle varie contribuzioni. La contrattualistica, che accomuna il turismo al commercio, non tiene conto di quello che sono le dinamiche del settore, del particolare contesto lavorativo, con i suoi picchi di orari, escludendo agevolazioni per contratti di durata inferiore a 6 mesi. Se a questo aggiungiamo una marcata e caricata conflittualità sindacale il quadro non è certamente dei migliori per lavorare con la dovuta tranquillità.
Altro importante tema, soprattutto in un settore dove l’impresa famigliare è la regola, è il passaggio generazionale. Un processo aziendale fondamentale per garantire la sopravvivenza e la continuità dell’azienda stessa. Il successo delle aziende famigliari si deve solitamente alla volontà e alla capacità del fondatore, la loro continuità dipende da come e quando avviene il passaggio generazionale. Purtroppo, talvolta, non avviene per disegni strategici precisi, ma per cause naturali. Molteplici sono gli aspetti da considerare per orientare correttamente questa fase della vita aziendale e comprendono valutazioni economiche, psicologiche, culturali di genere e competenziali. Il passaggio generazionale è certamente parte del nostro futuro turistico.