E’ Magdi Cristiano Allam l’ospite e relatore della serata interclub con Rimini Riviera ed Inner Wheel Rimini e Riviera.
Il grande giornalista, politico e studioso di fama internazionale, presenta alla platea rotariana il suo ultimo libro dal titolo “Io e Oriana”.
E’ un’irripetibile occasione di approfondimento e confronto in merito a tematiche di estrema attualità quali il rapporto tra occidente e mondo islamico.
Magdi, Nato al Cairo nel 1952, studia presso il collegio cattolico delle suore comboniane al Cairo. Dal 1962 fino al 1970 prosegue i suoi studi nel collegio salesiano guidato da Don Carlo Moroni. Impara la lingua italiana e acquista familiarità con la cultura italiana e occidentale e con la religione cattolica. A vent’anni, nel 1972 ottiene una borsa di studio indetta dal governo italiano e si trasferisce in Italia. Si laurea in sociologia all’Università La Sapienza di Roma.
Amico di Oriana Fallaci, la frequenta tra il tra il 2003 e il 2004 prima della morte della giornalista e con lei intrattiene una fitta corrispondenza epistolare. Oggi Magdi rivendica di essere l’erede spirituale di Oriana, investito di questa missione in particolare per una frase che Oriana scrisse in una lettera a lui inviata, frase riportata nella copertina del libro di Magdi, che recita “Più ti leggo, più ci penso, più concludo che sei l’unico su cui dall’alto dei cieli o meglio dai gironi dell’inferno potrò contare (Bada che ti infliggo una grossa responsabilità)”.
Oriana denunciò con “la rabbia e l’orgoglio” tutta la sua rabbia dopo l’11 settembre. Abitava vicino alle due torri. Chiamava Magdi a casa e con lui si confrontava. In un casale di sua proprietà Oriana, dopo l’uccisione di Fabrizio Quattrocchi, issò con le sue mani un’enorme bandiera italiana. Il libro che Magdi oggi presenta ha la sua genesi all’epoca dell’amicizia con Oriana. Viene scritto in via Statuto, a Milano, vicino alla sede del Corriere della Sera. Magdi registrava le conversazioni con Oriana e gliele mostrava scritte su carta. “Magdi Allam intervista Oriana Fallaci” avrebbe dovuto essere il titolo originario del libro. Ma Oriana non lo volle pubblicare perché non si ritrovava nel suo contenuto. Troppo moderato nei confronti delle relazioni con il mondo islamico. Magdi, all’epoca di fede mussulmana, aveva la ferma convinzione che l’Islam non avesse nulla a che fare con il terrorismo islamico. Oriana era più netta nella posizione critica nei confronti sia dell’Islam che del Corano. Magdi comprende che Oriana aveva ragione solo dopo essere stato condannato a morte dai mussulmani sia integralisti che “moderati”. Una condanna a morte per apostasia. Una “fatwa” sentenziata dal mondo mussulmano a seguito della sua conversione al cristianesimo, “formalizzata” il 22marzo 2008 durante la veglia pasquale nel corso della quale Magdi ha ricevuto in Vaticano da Papa Benedetto XVI in soluzione unica Battesimo, Cresima ed Eucarestia.
Magdi, con lucida chiarezza ed estremo garbo, esprime il proprio pensiero. E’ critico nei confronti dell’ideologia dell’ “immigrazionismo”, cioè l’idea che si debbano aprire le porte del nostro paese indiscriminatamente a tutti quelli che chiedono di venire. E ciò, nonostante che, da mussulmano, per 56 anni si sia prodigato affinché in Italia potessero venire i musulmani moderati. Un conto sono le persone, un conto le ideologie. L’Islam è in contrasto con i valori della nostra civiltà. Basti pensare alla condizione della donna nel mondo mussulmano, considerata inferiore anche intellettualmente all’uomo e di sua proprietà. Basti considerare che nel mondo mussulmano non esiste la possibilità di conversione religiosa senza essere condannati a morte per apostasia.
Il dialogo è possibile se c’è convergenza in partenza su alcuni valori. Per esempio sul valore della vita. Vi è la necessità di contestualizzare nel tempo e spazio la realtà degli interlocutori con cui intendiamo dialogare per addivenire ad una convivenza pacifica. Il dialogo e la convivenza hanno senso tra le persone non tra le religioni. Le persone che dialogano devono essere contestualizzate nel tempo e nello spazio. Oggi a Rimini è possibile dialogare e convivere con i musulmani che abitano nella nostra città e che noi conosciamo. Ma il piano del dialogo non può essere che quello che evidenzia la specificità di Rimini. Ha un senso solo se si specifica la piattaforma su cui dialogare. Ad esempio la specificità spazio temporale di Rimini. A Kabul, ma anche a Berlino o Londra sarebbe diverso. Non ci riferiamo ai mussulmani del modo, che sono un miliardo e mezzo. Parliamo di realtà specifiche. Ogni persona ha un suo percorso economico, giuridico e religioso, ma dobbiamo distinguere le persone dalle ideologie. Valutarle sulla base delle loro azioni. La nostra società è tale per cui ciascuno deve rispondere dei propri atti e anche i mussulmani in Italia devono conseguentemente rispondere delle proprie azioni. Di fatto abbiamo sospeso i nostri diritti quando accettiamo che questo principio non valga nei confronti dell’Islam e di Maometto. Vi è oramai la sensazione che chiunque possa entrare nel nostro paese e dettare le proprie condizioni. Ciò provoca un profondo disorientamento identitario. Di fatto accordiamo ad altri ciò che non viene concesso agli italiani. L’emancipazione della donna è un termometro della laicità di un governo in una società mussulmana. Coloro che condividono il nostro spazio devono condividere le nostre regole e i nostri valori e le leggi dello stato a partire dalla parità uomo donna. Non si deve creare un doppio binario giuridico per musulmani. Viceversa lo stato implode.
A proposito di coloro che oggi dall’Africa vengono in Europa è bene chiarire che non è la soluzione migliore quella di essere sradicati dai propri affetti e dalla propria casa. Solo il 5 percento di coloro che arrivano nel nostro paese sono effettivamente profughi. Dobbiamo porre fine allo sfruttamento dei migranti da parte dalla criminalità organizzata straniera che gestisce i trasferimenti e Italia ed alle speculazioni di coloro che gestiscono le organizzazioni di accoglienza, unica attività per cui lo stato non chiede nulla sulla ed elargisce fondi considerevoli (4 miliardi di euro nel 2016). Ci vorrebbe meno denaro è più umanità. Si potrebbe fare vivere meglio gli africani a casa loro. L’Africa e ricchissima. Non mancano le risorse ma la formazione, quella formazione che possa creare i presupposti culturali affinché nascano le basi per la democrazia, per la creazione di un ceto medio che oggi non esiste.
Ricordiamo in tal merito che le guerre di civiltà in Africa ci sono sempre state, ma solo oggi accade che milioni di persone ci invadono. Vi è il sospetto, per non dire la certezza che si tratti di una strategia pianificata dalla grande finanza speculativa mondiale a partire dal 2008 col tracollo di Lehman Brothers. Una strategia che punta a generare una umanità omogeneizzata all’insegna del meticciato antropologico per ridurre la popolazione a semplice strumento di consumo della materialità. Per che muove i fili della finanza mondiale non è di alcun’interesse il fatto che in Europa dimorino Italiani, Tedeschi, Cinesi od Africani. Le persone sono semplicemente strumenti di consumo della materialità.
La crisi demografica dell’Occidente è il nostro vero tallone di Achille nel rapporto tra Cristianesimo e Islam e rappresenta un enorme problema che pesa come un macigno sul futuro della nostra cultura. L’Istat segnala una situazione drammatica in Italia. Ci sono 12 milioni di italiani poveri di cui 4 milioni nullatenenti. Il 49 percento dei giovani sono inattivi. In Europa, su 528 milioni di abitanti, solo il 16 percento ha meno di 30 anni. Nel Nord Africa la percentuale di giovani mediorientali è nettamente superiore. Siamo inesorabilmente destinati ad essere colonizzati demograficamente. I mussulmani hanno la consuetudine di dare nome Mohamed al primogenito maschio. A Londra, Amsterdam e Oslo tale nome attualmente è il più diffuso tra i nuovi nati. Studi demografici dimostrano che nel 2050 l’84 percento degli italiani saranno inattivi. Questo significa inequivocabilmente che se non vi porremo rimedio scomparirà la nostra cultura. Dobbiamo sostenere le nostre madri, i nostri giovani, affinché possano mettere al mondo i propri figli, i nostri figli. Non risolviamo il problema demografico incentivando l’arrivo dei migranti. Il problema non è solo economico, ma soprattutto culturale. I giovani italiani non fanno figli perché hanno solo la cultura dei diritti e delle libertà. Una visione edonistica della vita, per nulla incline al sacrificio ed alla responsabilità che di fatto non consente di fare figli e perpetrare la sussistenza della nostra società. E la colpa di tutto ciò non può che essere nostra. E’ spaventosa la similitudine con il crollo dell’Impero Romano. Anche all’epoca si pensava di aprire agli stranieri per ovviare al crollo demografico. Anche all’epoca vi era una profonda crisi economica che oberava i cittadini romani con tasse insostenibili.
Preoccupa la legittimazione dell’Islam da parte della Chiesa Cattolica. Magdi ha recentemente preso distanza dalle posizioni della Chiesa Cattolica nel rapporto con l’Islam. Il 26 Luglio 2016 Padre Jacques Hamel venne barbaramente ucciso in Francia. Sgozzato sull’altare della chiesa ove stava celebrando messa da due giovani fondamentalisti islamici. Cinque giorni dopo, domenica 31 luglio 2016, Papa Francesco, in risposta all’evento, decise di aprire le chiese agli imam. Viene consentito agli imam di predicare dagli altari. Un evento mai accaduto in 1400 anni di storia dell’Islam. A Bari quella domenica l’imam recito la prima Sura del Corano, cosiddetta “L’Aprente”, che si conclude con l’esultazione ad Allah e recita sostanzialmente “coloro che Hai colmato della tua grazia sono i Mussulmani, coloro che vagano nell’errore sono i Cristiani (perché sono politeisti in quanto credono nella trinità), mentre coloro che devono essere considerati nemici sono gli Ebrei”.
Vi è stata una imbarazzante ignoranza del clero locale. E’ stato consentito di fare predicare in arabo agli Imam. Solo i sacerdoti e vescovi di oriente possono avere gli strumenti linguistici culturali per comprendere gli imam, loro ben conoscono l’Islam e le sue persecuzioni. Per il contenuto tradotto in italiano del proprio sermone, su denuncia dello stesso Magdi, alcuni giorni dopo le autorità giudiziarie hanno espulso dal nostro paese l’imam a tutela della sicurezza nazionale.
Per i prelati in generale il nemico della Chiesa e la secolarizzazione della società che va verso l’ateismo. Si ritiene in virtù di ciò che si debba sostenere e promuovere l’Islam come se vi fosse qualcosa in comune in tra Islam e Cristianesimo. Un errore dalle potenziali conseguenze devastanti per la nostra cultura. Ma non vi è assolutamente nulla in comune tra Maometto e Gesù Cristo, nulla tra Corano e Vangelo. Bisogna affermare correttamente la realtà dentro casa nostra senza mai discriminare le persone che vanno sempre rispettate. Ma mai mettere in soffitta la ragione. Dobbiamo difendere il diritto inalienabile ad essere pienamente noi stessi in questa casa comune dei diritti inalienabili alla vita ed alla libertà. Bisogna rispettare sempre le persone ma distinguere tra persone ed ideologie (e religioni). Pari dignità donna uomo. Sacralità della vita e libertà di scelta, sono i valori propugnati dalla nostra civiltà, ricordiamo bene, unica a difenderli. Ciò che qui è scontato, a 300 km a sud della Sicilia non è affatto scontato. La nostra civiltà deve essere salvata perché è l’unica che propugna questi valori. Ci sono persone che ci odiano per questo. Criticare il Papa per le sue scelte non significa mancare di rispetto al Papa. La critica è alle idee. Per Magdi è un errore da parte della chiesa legittima re l’Islam. Non dobbiamo mai travisare alcuni principi fondamentali della nostra religione profondamente radicati nella nostra cultura. “Ama il prossimo tuo così come ami te stesso” non deve significare che noi stessi dobbiamo essere secondari e subordinati al prossimo. Non dimentichiamo noi stessi a favore del prossimo. L’errore che si commette è la presunzione che l’amore per il prossimo debba portare alla legittimazione della religione del prossimo. Ancora una volta non confondere persone con ideologia o religione.
Pochi sanno chi fu realmente Maometto. Gli arabofoni sono solo 1/5 del miliardo e mezzo dei mussulmani. Pregano in una lingua che non conoscono, ovvero l’Arabo antico, corrispondente al nostro latino. Prevale la versione edulcorata dell’Islam, ovvero quella trasmessa ai figli dai genitori. Questo fa sì che possano esistere tanti mussulmani moderati con cui i possiamo confrontarci. Il dialogo può esistere solo in un contesto di laicità.
Il cristianesimo e la religione del dio che si fa uomo. L’Islam è la religione e del dio che si incarta nel Corano. Ecco perché il Corano va interpretato letteralmente, o meglio non esiste interpretazione allegorica del contenuto del Corano come accade con il Vangelo, in ci si tiene conto anche del periodo e del contesto in cui fu scritto. L’unica interpretazione possibile del Corano è quella “alla lettera”. E Maometto ordina di uccidere in caso di adulterio, omicidio e apostasia. Il mussulmano non può prescindere da ciò. Ricordiamo che la menzogna, se detta per salvaguardare l’Islam, è consentita da Maometto e dal Corano. Non si deve mai dimenticare questo concetto, specialmente di fronte alle promesse di pace dei mussulmani moderati e di fronte al loro rinnegare il fondamentalismo.