E’ mancato Arnaldo Pedrazzi, fu socio del Club e grande collaboratore di Ariminum

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E’ mancato Arnaldo Pedrazzi, laureato in medicina e specializzato in odontoiatria, ha praticato la sua attività professionale a Rimini, dove è nato e vissuto.

Arnaldo Pedrazzi

Arnaldo Pedrazzi con Enzo Pruccoli

L’amore per l’arte, in tutte le sue forme, lo ha portato a dedicare parte del suo tempo libero ai viaggi e alla fotografia. Si è interessato a fondo, da vero esperto, di numismatica, ceramica, pittura e grafica. Ed era appassionato alla storia e alla memoria della sua Città, temi che lo hanno portato a collaborare con Ariminum e altri giornali locali e a scrivere alcuni libri tra cui “La Rimini che non c’è più», «Il bargellato di Rimini», «La guerre e le sue chiese».

Il socio e past president Renato Moretti lo ricorda con sentimento «Ero molto amico di Arnaldo di cui ho sempre apprezzato il suo fare senza apparire, il suo amore per la città di Rimini, la sua attenzione per i particolari. Per carattere non ha mai voluto fare il presidente, ma dedicava grande attenzione ai rapporti di amicizia all’interno del club. Giocavamo insieme a tennis, abbiamo fatto tanti viaggi insieme, eravamo amici di famiglia e sua moglie Chiara è donna meravigliosa. Era un esperto numismatico, ha scritto tanti articoli su ARIMINUM. Ha lasciato un segno indelebile.

Grande amico di Pedrazzi, il socio e past president Fernando Maria Pelliccioni “ero veramente amico di Arnaldo e con lui ho trascorso più di 65 anni di vita in modo tale che i figli di Arnaldo chiamavano zii me e mia moglie ed altrettanto facevano i miei figli con i coniugi Pedrazzi.”

Lo ricorda Ulderico Vicini, past president, «un personaggio riservatissimo del nostro Club. Non amava ostentare la sua grande cultura. Abbiamo fatto il liceo assieme, e tanto altro, tra cui le immersioni subacquee. Amava scrivere sui palazzi storici di Rimini perchè amava la sua città.»

Massimo Panozzo, socio del Club ci ha raccontato che «di Arnaldo ho un ricordo legato oltre alla comune vita rotariana anche a un ricco rapporto editoriale. Quando mi incontrò per parlare del primo libro «La RImini che non c’è più» sembrava un episodio circoscritto, e invece è proseguita per un totale di sette volumi. Mi disse “Io voglio scrivere come mi viene e che nessuno me li tagli perchè non ci stanno, come accade con Ariminum (dove c’era il buon Manlio Masini che per motivi editoriali ovviamente doveva adattare la lunghezza allo spazio disponibile). Man mano che raccoglieva elementi gli piaceva arricchire i suoi testi e da questa ricerca è poi nata la sua passione per la fotografia. Posso ricordare con simpatia che la prima volta avevo ritocchato qualche foto togliendo qualche bicicletta e qualche altro oggetto, e lui mi riprese tantissimo perchè le sue fotografie non ritraevano solo il palazzo ma anche la sua vita, il suo contorno. Questo lato umano nel rapporto tra editore e autore è stata una cosa estremamente positiva. Mi diceva spesso che la guerra ha distrutto tanto, ma molto ha distrutto anche l’uomo, e forse per questo aveva questa grade passione per raccontare la sua Città, passata e presente. Arnaldo è entrato nella schiera degli storici di Rimini, e tutt’ora incontro persone che mi dicono «il libro di Pedrazzi l’ho letto». Avevo una profonda ammirazione di quest’uomo che aveva un amore per la città che lo portava a passare intere giornate a fotografare delle cose di Rimini, studiarle. Quando trovava un palazzo cercava sempre un confronto con la proprietà per acquisire delle informazioni dalla voce delle persone, una ricerca fatta sul campo.» Sono cose che rimarranno.» Poteva apparire un uomo di una certa durezza iniziale, poi creato il rapporto appariva invece gradevole, ricco di interesse. Lascia un contributo significativo alla città e al Club.

Bruno Moretti, socio del Club: “Si è sempre interessato di numismatica e ha scritto molto sulla nostra rivista in particolare di medaglistica rinascimentale e in particolare riminese, in particolare sulle medaglie malatestiane. Passione che condivideva con il fratello. RIcordo con grande piacere il suo impegno – quasi continuativo – sulla nostra rivista Ariminum.”

Andrea Montemaggi, socio e co direttore di Ariminum ci ha scritto “Ho appreso con dolore che è mancato Arnaldo, caro amico e apprezzato collaboratore di Ariminum da lungo tempo: i suoi articoli non solo hanno gettato luce su numerosi e vari argomenti e personaggi ma costituiscono tuttora un indispensabile ausilio in tante ricerche. Ci sentivamo spesso su varie tematiche e lo incitavo a proseguire nella pubblicazione di opere sul territorio per le quali aveva raccolto ingente materiale. Ritengo che fosse il massimo conoscitore di palazzi e dimore signorili del circondario e anche il suo ricco archivio fotografico costituisce un patrimonio di grandissimo valore. Le più sentite condoglianze alla famiglia.”