Remotheart, prosegue il progetto di telemedicina per i pazienti cardiologici della Romagna

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Prosegue il progetto di 16 Rotary club della Romagna e il contributo del Rotary International Foundation, finalizzato all’assistenza ed il monitoraggio a domicilio dei pazienti a cui sono stati impiantati dispositivi cardiaci (pacemaker, defibrillatori, resincronizzatori).

Progetto Remotheart, nato su un’idea del Rotary Club Rimini

Nel corso dell’incontro di ieri 23 settembre Paolo Pasini, past Governatore del Distretto 2072, ha fatto il punto sul progetto Remotheart, nato su un’idea del Rotary Club Rimini, e sottoscritto da 16 club della Romagna, un club argentino e dalla Rotary International Foundation.

Ma perchè è nato questo progetto, che abbraccia due anni rotariani diversi e tanti soggetti oltre al Rotary Club Rimini ?

Perchè al centro dell’azione del Rotary e di ogni Rotary Club, c’è l’attività di service dedicata ai territori e alle persone. Questo porta ogni singolo club grazie all’impegno dei soci a realizzare dei progetti nelle proprie aree che portano dei benefici alla collettività.
A volte ci però esigenze che vanno oltre quelle che possono essere le capacità e potenzialità di un singolo club, che richiedono fondi importanti e investono territori di dimensione maggiore. In questo caso nascono quindi collaborazioni tra Club e, se il progetto tocca temi di particolare importanza, interviene anche la Rotary International Foundation con un ulteriore sostegno economico.
Ed è il caso della straordinaria collaborazione a sostegno della Sanità Romagnola da parte di 16 Rotary club della Romagna (che fanno parte del Distretto 2072), che hanno unito le forze per rendere possibile la partecipazione al Global Grant promosso dalla Rotary International Foundation, e ha portato all’erogazione complessiva dei 78.000 euro, necessari a far decollare il progetto di telemedicina, per l’assistenza ed il monitoraggio a domicilio dei pazienti a cui sono stati impiantati dispositivi cardiaci (pacemaker, defibrillatori, resincronizzatori).

Il progetto si chiama «Remotheart» e riguarda la possibilità di esercitare un controllo “a distanza” dei dispositivi cardiaci impiantabili di ultima generazione. Un progetto quindi che riguarda la cosiddetta telemedicina, che punta a mettere a disposizione strumenti che consentono di comunicare tramite un trasmettitore al domicilio del paziente, al fine di inviare dati di natura tecnica, parametri e funzionamento del dispositivo impiantato e informazioni di carattere clinico, relative ai parametri vitali del paziente. Le trasmissioni da remoto possono essere programmate, col solo scopo di validare il corretto funzionamento dell’impianto, oppure possono essere originate dalla rilevazione di parametri fuori dalla norma.

In Romagna sono oggi circa 6.500 pazienti i portatori di device cardiologici e il numero di impianti di pacemaker e defibrillatori è significativamente aumentato nell’ultima decade. Molti pazienti portatori dei dispositivi sono anche cardiopatici, una patologia invalidante che richiede un sistema di assistenza dedicato. Nella maggioranza di questi il dispositivo è in grado di raccogliere ed inviare segnali utili a monitorare lo stato clinico del paziente.

Paolo Pasini ha evidenziato l’importanza del progetto « Il Progetto si focalizza soprattutto sugli 800 portatori di defibrillatore impiantato, i quali hanno la necessità di un controllo periodico e possono essere maggiormente esposti alle conseguenze di un contagio. Avere il telecontrollo da remoto consente un doppio, enorme, vantaggio: la garanzia di un monitoraggio in tempo reale evitando pericolosi ritardi e, altresì, il rischio di contagio, nel caso il paziente si dovesse recare in ospedale»

Paolo Pasini presenta progetto Remotheart

Paolo Pasini presenta progetto Remotheart

In effetti il controllo periodico, clinico e del dispositivo, dei pazienti portatori di device cardiaco rientra nel processo terapeutico.

La frequenza dei controlli programmati per portatori di pacemaker è generalmente di 1 volta/anno, mentre per i portatori di defibrillatore impiantato è di 2 volte/anno, ma aumenta quando il dispositivo si avvicina all’esaurimento del generatore, e questo comporta un carico di lavoro crescente in maniera esponenziale per i centri di elettrostimolazione, difficilmente sostenibile a breve e medio termine. Il tutto è reso più difficile dalla complessità clinica di molti pazienti trattati: essi, infatti, richiedono un follow­up intensivo con visite frequenti, spesso non programmate in caso di eventi avversi.

L’uso della telemedicina consente l’acquisizione tempestiva delle informazioni diagnostiche memorizzate dal dispositivo con conseguenti benefici per il paziente.

Paolo Pasini, ha sottolineato che «nei periodi di più acuta crisi della Pandemia, sappiamo bene quanto gli ospedali fossero sovraffollati e come i pazienti ammalati di covid avessero la priorità. Questo inevitabile provvedimento ha portato un pesante svantaggio proprio a quei pazienti cronici (diabetici, cardiopatici, oncologici, ecc.) i quali necessitano di costanti e precisi controlli periodici. Purtroppo sappiamo bene che alle morti causate dalla pandemia dovranno essere aggiunte quelle dei pazienti cronici che non hanno potuto usufruire di adeguata assistenza.

Il Progetto Remotheart risulta particolarmente efficace nell’evitare tale rischio. Un secondo aspetto, non meno importante, risulterà dal fatto che le cure tempestive, determinate da precisi e costanti controlli, comporteranno maggior sicurezza per il paziente e minori costi sociali. Infine il Progetto consentirà, per la prima volta, di implementare uno standard univoco nella trasmissione dei dati tra dispositivi di diverse case produttrici.»

Da parte dell’Azienda USL della Romagna c’è stato un sentito ringraziamento ai Rotary Club per questo sostegno concreto, che conferma la ormai consolidata collaborazione del Rotary, partner sensibile e attento per vocazione, ai bisogni del sistema sanitario pubblico”

Paolo Pasini ha voluto rimarcare un aspetto importante di «un progetto lanciato con un forte impegno da un presidente, Patrizia Farfaneti Ghetti, e che viene raccolto con altrettanta perseveranza da un altro Presidente, Maurizio Bonora, e questa è una cosa molto bella, non scontata che da il senso dell’importanza del Club … infatti quando studiammo il progetto andai da Maurizio per presentargli l’idea e per chiedergli se avesse voluto portarlo avanti, ottenendo un si immediato, senza pensarci un attimo … questo Service è simbolico di una unità di un Club in un fare» e ha proseguito raccontando come è nato. «dopo le donazioni di attrezzature ai grandi ospedali … durante il passato inverno in noi era rimasto il desiderio di incidere ancora di più, cioè di diventare non solo dei donatori estemporanei ma diventare in una partnership diretta con l’istituzione, l’Azienda Sanitaria della Romagna, … come ci insegnano da Evanston se il Rotary deve avere impatto, l’impatto deve avere due condizioni, la dimensione e l’importanza … quindi andammo a parlare con il direttore sanitario dell’azienda e venne fuori questa idea.»

Un progetto nato dal Rotary Club Rimini ma che si doveva estendere se si voleva avere il coinvolgimento dell’ASL, quindi qui a tutti gli altri Club della Romagna. E Pasini ha ricordato l’energia dimostrata dalla Presidente Patrizia Farfaneti Ghetti nel cercare di coinvolgere gli altri Club, a cominciare da Forlì, Cesena, Ravenna. Poi è nata l’idea di fare diventare questo progetto un Global Grent. Ma per raccogliere l’adesione della Rotary International Foundation, ovvero presentarlo, farlo accettare, e ottenere un finanziamento, occorreva renderlo internazionale, e di qui il coinvolgimento di un Club Argentino. E Rimini così si assunse anche l’onere di scrivere il progetto da sottoporre alla Rotary International Foundation. Il progetto è stato poi approvato.e finanziato attraverso il distretto che ha ulteriormente contributo economicamente.

Il finanziamento è quindi assicurato da 16 Club delle Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, suddette e segnatamente da: Rimini, Forlì, Cesena, Lugo, Ravenna, Ravenna Galla Placidia, Forlì Tre Valli, Faenza, Cervia-Cesenatico, Riccione-Cattolica, Valle del Rubicone, Valle del Savio, Rimini Riviera, eClub Romagna, Cesenatico Mare, Riccione Perla Verde, dal Club della Repubblica Argentina “Bahìa Blanca del Norte”, dal Fondo a Designazione Distrettuale del Distretto 2072 e dal Fondo Mondiale della Rotary Foundation per un totale complessivo di EURO 77.876 euro.

Come saranno destinati questi soldi ? Pasini ha dato un resoconto di dettaglio di come verranno investiti, sottolineando come parte importante sia destinata alla parte hardware e software, in particolare per rendere compatibili tra di loro i diversi dispositivi di rilevazione. Ma non è finita qui. Perchè completato il progetto, Evanston ha preteso un piano di formazione che garantisse poi che il personale dell’Azienda USL Romagna fosse in grado di gestire e realizzare il servizio di telemedicina. Si è dovuto quindi mettere a punto un piano che riguardasse l’informazione, l’addestramento, l’aggiornamento, la verifica dell’apprendimento, quante persone erano destinatarie (40 persone, 22 donne e 18 uomini),…
Infine Paolo Pasini ha riportato il piano di attuazione temporale del progetto.

Un attestato di merito al Rotary Club Rimini

Durante la serata l’assistente del Governatore Fabio Scala ha consegnato alla Past President Patrizia Farfaneti Ghetti un Attestato di Merito del Past Governor Adriano Maestri in considerazione dell’intensa attività svolta a favore del territorio di pertinenza e della comunità locale.

Attestato di Merito del Distretto per l'anno rotariano 2020/2021

Attestato di Merito del Distretto per l’anno rotariano 2020/2021

Fabio Scala consegna a Patrizia Farfaneti Ghetti Attestato di Merito del Distretto per l'anno rotariano 2020/2021

Fabio Scala consegna a Patrizia Farfaneti Ghetti Attestato di Merito del Distretto per l’anno rotariano 2020/2021