Nel 2021 l’ing. Virgilio Pagliarani è entrato nel Rotary Club Rimini. Con questa breve intervista abbiamo voluto conoscerlo meglio.
Una vita dedicata all’energie e all’ambiente
Caro Virgilio, tu sei ingegnere minerario e ti occupi, ormai da molti anni, di ingegneria ambientale. Puoi raccontarci di più della tua vita professionale?
Nasco professionalmente come ingegnere minerario con la volontà precisa di lavorare nel mondo dell’energia, in particolare quello dell’Oil & Gas per poi approdare, dopo un’importante esperienza operativa, nel mondo delle bonifiche ambientali in cui opero da più di 20 anni. A prima vista può sembrare una contraddizione in quanto l’industria, in particolare quella del petrolio, è ritenuta la maggiore responsabile delle problematiche ambientali legate all’inquinamento di suoli e falde. In realtà le esperienze maturate come ingegnere in campo minerario mi hanno permesso di affrontare le problematiche connesse alle bonifiche ambientali con buona conoscenza delle loro cause, favorendo la comprensione del problema e la sua soluzione.
Sicuramente non è stato, e non lo è malgrado lo stop forzato dall’emergenza Covid, un lavoro sedentario. Infatti, le esperienze lavorative fatte sia come ingegnere minerario che come ingegnere e consulente ambientale, mi hanno portato a viaggiare non solo in lungo e in largo per la nostra bellissima Italia ma anche all’estero, sia in Europa che in Asia e negli Stati Uniti. Questo mi ha consentito di sviluppare conoscenze che non si fermano all’ambito lavorativo ma si estendono alla sfera sociale e culturale creando rapporti di rispetto e amicizia con persone tanto distanti da noi geograficamente quanto vicine dal punto di vista umano. Oggi mi occupo principalmente di rifiuti industriali, del loro trattamento, del possibile recupero e del loro smaltimento quando l’operazione di recupero non è possibile. È la nuova frontiera per l’ambiente e la sfida che siamo chiamati a superare perché il nostro pianeta possa rimanere un luogo dove i nostri figli possano poter continuare a vivere e prosperare.
Il tema dell’ambiente è sempre più importante, e così ovviamente il tema della gestione e trattamento dei rifiuti. Ad oggi qual’è il fattore più critico che il nostro paese deve affrontare per una gestione sostenibile di questo problema?
Il fattore di criticità è legato a due aspetti che si compenetrano: aspetto culturale e aspetto burocratico amministrativo. Da anni si parla di sostenibilità come la possibilità di far convivere assieme in equilibrio le esigenze ambientali, economiche e sociali nel mondo della gestione dei rifiuti.
A fronte di ciò, ci si scontra quotidianamente con logiche che negli Stati Uniti hanno definito con l’acronimo NIMBY (Not In My Back Yard – non nel il mio cortile). Queste logiche sono frutto di paure fondate su comportamenti errati e nocivi da parte delle industrie che, specie nel secolo scorso spesso in assenza di cultura e norme ambientali, hanno causato danni da inquinamento che hanno avuto ripercussioni sulla salute dei cittadini. Tali paure hanno portato a dire no a tutto in maniera aprioristica e culturalmente ottusa. Ogni opera viene osteggiata a priori da comitati che si oppongono alla realizzazione di impianti, anche tecnologicamente avanzati e innovativi, specie in materia di trattamento rifiuti. Ne consegue che ciò che potrebbe essere trasformato in risorsa viene invece perso, destinandolo a discarica o inviandolo all’estero (sostenendo costi molto elevati) dove, pur operando sulla stessa base dei principi comunitari recepiti anche in Italia, esistono impianti idonei al loro recupero. Questo si ripercuote in modo negativo sulla capacità di gestione delle criticità ambientali, soprattutto se consideriamo che molte delle tecnologie utilizzate da questi impianti esteri sono realizzate da aziende italiane. La normativa nazionale per autorizzare la realizzazione di impianti di trattamento rifiuti è complessa e altamente tutelante dal punto di vista tecnico e ambientale ma risulta spesso oggetto di contenzioso che dilata le tempistiche autorizzative bloccando i progetti fino a farli diventare inadeguati o non più perseguibili dal punto di vista economico.
Oggi non è più il tempo di avere paura, ma è il momento di fare scelte consapevoli e ragionate che ci consentano di tornare padroni del nostro destino. Per far ciò occorre lavorare sulla diffusione di una cultura ambientale che sappia riconoscere la capacità tecnica del fare per consentirci un vero sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ambiente e della salute del territorio e di chi lo abita.
Dal 2021 sei socio Rotary Club Rimini. Cosa ti ha spinto ad entrare nel Rotary?
Nella mia vita lavorativa, ho sempre considerato fondamentale il rispetto di valori quali la solidarietà e la diffusione di principi di giustizia e pace sociale che in azienda sono alla base di una politica di Responsabilità Sociale. In questo contesto ho avuto la fortuna di maturare esperienze importanti sotto l’aspetto formativo di ideazione e di esecuzione di services con la gestione di progetti di solidarietà sia in Italia sia all’estero. Avendo conosciuto il Rotary e il suo modo di operare, mi è venuto naturale cogliere l’opportunità di sviluppare ulteriori rapporti interpersonali e nuove opportunità di servizio alla società, confrontandomi su una esperienza non più solo aziendale ma personale con persone che fanno rete e condividono gli stessi principi di azione sociale al servizio della comunità e dell’ambiente per dare una risposta alle tante richieste di aiuto che spesso rimangono inascoltate.
Il Rotary è un Club Service, ovvero un club in cui la parte di servizio alla collettività è fondamentale per la sua vita. Facci una proposta su un “Servizio» dedicato all’ambiente che ti piacerebbe fosse portato avanti dal Rotary
In realtà ci sono due servizi dedicati all’ambiente che mi piacerebbe poter portare avanti come Rotary.
Il primo è un Servizio legato alla diffusione di una cultura ambientale nelle scuole poiché ritengo che i cittadini di domani, i nostri figli e nipoti, debbano essere prima di tutto cittadini consapevoli. Una cultura ambientale corretta, priva di pregiudizi e aperta al conoscere per poter scegliere quale strada percorrere è la base per poter realizzare un futuro sostenibile.
La seconda proposta è più pratica e riguarda la tutela delle acque dall’inquinamento da plastiche e da sversamenti di prodotti chimici in ambito fluviale e portuale. In particolare, il Comune di Rimini ha sul suo territorio il fiume Marecchia e il porto canale che sono due elementi strategici da preservare da questo tipo di inquinamenti che poi si riverserebbero in mare con effetti negativi sia sulla qualità delle acque che sulla pulizia del litorale oltre ad un impatto su tutto l’ecosistema fluviale e marino.
In tal senso il comune di Rimini ha iniziato una politica di prevenzione che potrebbe essere appoggiata e incrementata dal Club con un beneficio per la collettività e l’ambiente.