Giovedì 07 Settembre 2023 – Rosita Copioli e “Gli occhi di Fellini”, Conviviale Interclub con R.C. Forlì

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Giornata intensa per il Rotary Club Rimini e gli amici del Rotary Club Forlì in visita a Rimini, nel solco del profondo legame che lega i due club fin dal lontano 1953, quando l’Avvocato Nino Monti dette vita al Rotary Club Rimini proprio con il patrocinio del Rotary Club Forlì a cui apparteneva.
L’escursione presso il centro storico nella bella e rinnovata Rimini è iniziata già nel pomeriggio con la sapiente guida di Marcello Cartoceti che ha svelato i segreti e le magie riposti tra la Rocca Malatestiana, il museo Fellini, passando per il Tempio Malatestiano tra l’Arco di Augusto ed il ponte di Tiberio.

E grande è stato il piacere di ospitare alla conviviale il Presidente del R.C. Forlì Paola Baltaglia, assieme ad un folto gruppo di forlivesi, accolti dal Vicepresidente Stefano Santucci che ha brillantemente sostituito il nostro caro Attilio Gardini gravato da un improvviso impegno, nella suggestiva sede del Grand Hotel, con il suo inimitabile carico di storia.


Culmine della serata la colta relazione della Poetessa e Saggista Rosita Copioli, recentemente insignita del premio Livio Minguzzi, dal titolo “Gli occhi di Fellini”, dalla omonima ultima fatica letteraria dell’autrice riccionese per le edizioni Vallecchi di Firenze.
Particolarmente suggestivo l’argomento, che scaturisce dalla diretta frequentazione della Copioli con il grande regista, raccontato proprio tra le sale del Grand Hotel che per tanti anni rappresentò di fatto la casa riminese di Federico Fellini nei momenti in cui poteva trascorrere qualche giorno nella propria terra natale.
Un percorso critico rigoroso, di tutti i film del più grande regista del Novecento, man mano che lui si trasforma insieme a loro, un excursus profondo e colto, ricco di aneddoti personali, alla ricerca non solo di Fellini regista, ma soprattutto dell’uomo, inteso come una sorta di fratello maggiore con cui dialogare con grande affetto e sensibilità, per poi giungere alla fine ad una visione onnicomprensiva dei suoi film.
Una relazione in cui l’autrice è particolarmente abile nel dialogare con il personaggio che anima il suo libro, soprattutto quando parla di cinematografia. Ma che cosa era un film per Fellini? Era per sua stessa ammissione:
“Per me il film inizia il giorno in cui metto un annuncio sui giornali, per far sapere che sto cercando delle persone. E aspetto. […] arriva allora una lunga processione, pazzi e pazze, volti, corpi, un naso, una cravatta, un piede.”
Un ritratto di Fellini, disquisendo su qualunque argomento: il soprannaturale, l’amore per Jung, l’inconscio e l’inconoscibile, il sogno, i miti greci, l’arte e la letteratura.
Un ricordo affettuoso di quel “narratore di favole privatissime”, come dirà sempre di sé, che pur hanno l’orizzonte del mondo e del tempo, del suo limite segreto. In questo trovando una guida nel lavoro di Jung e di alcuni analisti della sua scuola di cui si fece amico; e anche tanti compagni di viaggio.
Tra questi, George Simenon, al quale l’univa un metodo di lavoro o, meglio, un approccio speciale all’immaginazione, e che gli scrive: “Al di sopra dell’intelligenza Jung poneva l’istinto dell’inconscio, soprattutto l’inconscio creatore: una definizione che potrebbe andar bene per il suo genio, caro Fellini”.