La conviviale del R.C. Rimini presso la sede del Grand Hotel è stata caratterizzata dalla partecipazione di Francesco Maria Barbini, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’UNIBO e Vicedirettore del Centro di Studi Avanzati sul Turismo.
Una serata incentrata nella relazione del gradito ospite e relatore Prof. Barbini dedicata alle politiche ed agli strumenti disponibili per promuovere la sostenibilità nel turismo.
Un interessante focus sulla teoria dei “Nudge” (spinta gentile) che teorizza che sostegni positivi o aiuti indiretti possono influenzare le decisione di gruppi e individui, almeno con la stessa efficacia di istruzioni dirette, legislazione o coercizioni. Un focus particolare dedicato anche alle ultime scoperte nell’ambito delle scienze comportamentali. Concetti applicabili al industria del turismo da cui scaturiscono nuove strategie per promuoverne la sostenibilità. Gran parte dei nostri comportamenti sono ponderati e non si attivano di riflesso e questa è l’area di applicazione principale per gli interventi di Nudge. E’ il caso ad esempio delle decisioni con “basso coefficiente di coinvolgimento” (cioè che implicano una deliberazione poco consapevole) e anche in quelle con alto tasso di coinvolgimento ma ritenute complesse e/o non familiari. Non ci sono evidenze invece sul fatto che la “spinta gentile” possa funzionare nel caso di decisioni ad alto coinvolgimento percepite però con indice di bassa complessità. In questa ultima casistica tra gli esempi di decisioni in cui i Nudge (almeno individuali, una tantum) potrebbero non essere efficaci vi è ad esempio la scelta sempre orientata in favore di un determinato marchio che gode di piena fiducia nell’acquirente a prescindere da una serie di opzioni e variabili prospettate. I tentativi di influenzare valori o atteggiamenti non fanno parte del paradigma del Nudge. In effetti, i Nudge possono essere visti come complementari agli interventi incentrati sull’atteggiamento o sul cambiamento di valore. Tuttavia, ci sono prove che suggeriscono che i Nudge sono probabilmente più efficaci se vengono percepiti come legittimi (cioè, aiutare le persone a fare ciò che idealmente vorrebbero fare) o quando sono così discreti da essere praticamente invisibili.